#acenadalladietologa

Apro il frigo. Cosa preparo stasera? Avevo in programma di cucinare le uova. Piacciono molto a Lorenzo. Soprattutto se aggiungo una fettina di speck croccante, che lui chiama “bacon”, in onore e ricordo della sua colazione preferita scoperta in uno dei nostri viaggi all’estero. L’occhio mi cade sulla vaschetta di ricotta di pecora comprata ieri. Ha un sapore molto forte, che mi fa optare per il “quasi quasi la cucino, perché con pane e marmellata non ci sta troppo bene”. Toh, guarda. Dei broccoli. È deciso. Farò degli sformatini di broccoli. E così sia. A questo punto, vi aspettate la ricetta, probabilmente. Dei pesi. La conversione in kcal. In altre parole, i numeri. Dio, che stress, i numeri.

Guardate nel vostro frigo. Quanti broccoli avete? Quelli. Tanto, le verdure non si pesano. Il buon senso vi guiderà. Considerate che una porzione di ricotta adeguata al fabbisogno energetico di una singola persona equivale a più o meno 100g. La mia era di circa 130g. Secondo lo stesso ragionamento, ho utilizzato 2 uova. Considerate che una porzione di parmigiano altrettanto adeguata sarà intorno ai 40-50g. Dato che la ricotta superava la porzione di riferimento, ho messo 25g di parmigiano. Praticamente, ho utilizzato 3 alimenti, che mescolati tra di loro hanno realizzato una ricetta equilibrata per altrettante 3 persone (quelle che eravamo a cena). Ho completato il pasto con pane e frutta. Questo perché, secondo i princìpi di una dieta equilibrata, sia il pranzo sia la cena devono essere costituiti da tutti i nutrienti (niente dieta dissociata, tanto per capirsi).

Ah, dimenticavo. I broccoli li ho cucinati a vapore. Una volta cotti, ne ho tagliati una parte e li ho mescolati con la ricotta, il parmigiano grattugiato, i due tuorli, sale e pepe. Per ultimi ho aggiunto gli albumi montati a neve. Ho sistemato il tutto negli stampini unti con quantità quasi invisibili di olio e, come se non bastasse, tamponati con carta assorbente. 40 minuti in forno a 180 gradi. E via.

E la fetta di “bacon”? Non potevo negarla a mio figlio, scusate. E poi, ci stava troppo bene. UNA. 😉

 

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